Quando si esamina la problematica del Macello dobbiamo fare un esame di coscienza. Ed è allora che i fatti di cronaca ci portano a riflettere sul risultato delle nostre azioni, sulle nostre frequentazioni e militanze ma soprattutto sulle evoluzioni in arrivo e che ora abbiamo timore di affrontare: evoluzioni sociali, professionali, politiche oppure, e siamo onesti con noi stessi proprio in questo periodo: elettorali.
Ma non devono essere queste le priorità che ci guidano quando ora affrontiamo la questione del macello e dei molinari suoi residenti. Perché quando facciamo la somma di compiacenze, inerzie, silenzi, e li confrontiamo con le notizie di cronaca, allora siamo costretti a riconoscere che i conti non tornano più.
L’accondiscendenza di questi ultimi vent’anni ormai ha creato un luogo ed una generazione di cittadini fuori controllo. Purtroppo ora ci dobbiamo arrendere all’evidenza: non è più una soluzione il rinfacciarsi colpe e responsabilità, o sbandierare del facile buonismo pre-elettorale che, fateci caso, una volta raggiunti i voti necessari viene archiviato dagli stessi proponenti come semplice buona intenzione.
Basta!
Oggi il nostro metro di giudizio devono essere soluzioni che andranno a beneficio della collettività, di molti e non di pochi.
Vogliamo immaginare di dare spazio ad un futuro anche alternativo? Facciamolo!
Ma, finalmente, prima di tutto diamo spazio alla nostra Città. Restituiamo ai nostri cittadini un luogo che a loro spetta.
Ora è giusto che torni alla collettività, da sempre la sua unica e legittima proprietaria.
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